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Roswell:Erano due gli UFO secondo un ex ufficiale USAF

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La scioccante rivelazione dell'ex colonnello Richard French

L’ex colonnello Richard French rompe il silenzio: a Roswell nel 1947 caddero due UFO, non uno solo. Uno fu colpito da un’arma segreta. Ecco la sua testimonianza.

Nel deserto del Nuovo Messico, nel luglio del 1947, accadde qualcosa che ancora oggi alimenta dubbi, passioni e teorie alternative. Il caso Roswell è diventato il simbolo universale dell’insabbiamento UFO, ma secondo una nuova testimonianza, ciò che sapevamo finora potrebbe essere solo una parte della verità.

A parlare stavolta non è un civile in cerca di attenzione, ma un uomo che ha servito per quasi trent’anni nell’aeronautica militare statunitense: il tenente colonnello Richard French. E le sue parole cambiano tutto.


Cosa accadde davvero a Roswell? La versione di French

Secondo French, la narrazione ufficiale ha sempre nascosto un dettaglio fondamentale: non ci fu un solo UFO precipitato, bensì due. Uno fu abbattuto con una tecnologia sperimentale americana, mentre il secondo sarebbe stato parte di un’operazione di salvataggio condotta da altri esseri provenienti dallo spazio.

“Erano lì per recuperare i sopravvissuti del primo incidente,” ha raccontato French. “Ma anche il secondo velivolo si schiantò.”


Un’arma segreta e una missione extraterrestre

Il primo oggetto volante fu intercettato da un aereo militare decollato da White Sands, una base militare nota per i suoi esperimenti all’avanguardia. L’aereo avrebbe utilizzato un’arma a impulsi elettromagnetici, in grado di neutralizzare i comandi del veicolo alieno e provocarne la caduta.

French non solo afferma di essere stato a conoscenza dell’operazione, ma sostiene che visionò personalmente fotografie dei rottami e ricevette informazioni riservate da colleghi di alto rango.


Simboli alieni, materiali sconosciuti e una scatola della CIA

Uno degli aspetti più inquietanti riguarda i simboli incisi sui frammenti dell’UFO: iscrizioni indecifrabili, simili a caratteri arabi o cinesi, che secondo French “non appartenevano a nessuna lingua terrestre”.

Anche l’ex agente della CIA Chase Brandon ha confermato di aver visto una “scatola nera” negli archivi dell’Agenzia con l’etichetta Roswell. Al suo interno: documenti e fotografie che confermavano senza ombra di dubbio l’origine non umana del velivolo.


Project Blue Book: la macchina della disinformazione

French non era un osservatore passivo. Fu lui stesso parte del Project Blue Book, l’inchiesta ufficiale della US Air Force sugli avvistamenti UFO. Ma dietro l’apparente trasparenza, si celava una missione ben precisa: screditare ogni testimonianza, anche quelle reali.

“Ci davano istruzioni precise: ogni avvistamento andava spiegato con un fenomeno naturale o un errore umano. Nessuna eccezione,” rivela French.


Quando vide due alieni in mare: l’avvistamento in Canada

Tra gli episodi più scioccanti vissuti da French c’è un’indagine condotta a St. John’s, Terranova, nei primi anni ’50. Decine di testimoni avevano segnalato la presenza di due dischi volanti sott’acqua, visibili a occhio nudo a pochi metri dalla riva.

French racconta di aver osservato due piccoli esseri grigi, intenti a riparare uno dei velivoli. Dopo poco, uno dei dischi uscì dall’acqua, sfrecciando a una velocità inimmaginabile, per poi tornare con dei “pezzi di ricambio”.

“Quello che vidi non aveva nulla di umano. Ma il mio rapporto fu modificato: dovevo solo dire che non si trattava di una minaccia e lasciar perdere.”


Perché mentire? Le ragioni del silenzio

French è diretto quando spiega il motivo dell’insabbiamento. L’ammissione di una presenza extraterrestre sulla Terra avrebbe avuto effetti devastanti su religione, economia, politica e società.

“Avrebbe creato il panico. Avrebbe minato l’autorità militare e i dogmi religiosi. Era troppo rischioso per essere detto.”


L’ombra del sospetto: verità o memoria alterata?

Non tutti sono convinti della versione di French. Alcuni studiosi ipotizzano che le sue memorie possano essere influenzate da decenni di letture e documentari, più che da esperienze dirette. Ma resta il fatto che molti dei dettagli da lui rivelati coincidono con altre testimonianze indipendenti, e che la sua carriera militare è ampiamente documentata.


Roswell: il mistero continua

Ogni nuova voce che emerge sul caso Roswell sembra aggiungere tasselli anziché risposte. Ma forse è proprio questa la natura del mistero: una verità frammentata, dispersa tra insabbiamenti, memorie spezzate e rivelazioni che arrivano troppo tardi.

Una cosa è certa: l’ex colonnello French non è l’unico a sapere più di quanto ci sia stato detto.

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